La Chiesa parrocchiale
Il Comune di S.Vendemiano era suddiviso in cinque frazioni che vengono ricordate per la prima volta in una pergamena del 1261, che spiega e suddivide le varie ville:
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Villa et Regula Zopedi
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Villa et Regula Cosniga
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Villa et Regula Fossamerlo
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Villa et Regula Sacconi
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Villa et Regula Sancti Vendemiani
Esse facevano parte dei centenari delle “ville” che sottostavano a Conegliano e più precisamente Zoppè dal VI centenario, mentre le altre quattro frazioni dall'VIII centenario.
Cosniga anticamente si chiamava “Crusniga”, che probabilmente deriva dal latino “Crux nigra”, cioè croce nera, forse tale denominazione deriva da questo simbolo religioso posto alla devozione dei fedeli in tale località.
Fossamerlo richiama nel nome le “fosse”, cioè le pozzanghere d'acqua che ristagnavano qua e là in palude e che servono in qualche modo alla difesa della terra di Conegliano. Fin dal XVII secolo è la borgata più popolosa dopo Zoppè.
Saccon si dice fondata da una omonima famiglia ungherese, che durante una occupazione si è installata in fianco alla strada ungheresca. Fin dal 1181 troviamo nell'estimo dei consorti e di altri abitanti di Conegliano un certo Arthicus de Sacone. Dell'antico oratorio del XII secolo ed ora completamente distrutto, sono stati ricuperati alcuni affreschi di un ignoto artista del Quattrocento e consegnati al Museo Civico di Conegliano.
La CHIESA DI S.VENDEMIANO è ricordata, invece, fin da prima del XVI secolo come cappella filiale della Pieve di San Fior di Sopra e dipendente come tutta la forania del Campardo (San Fior di Sopra – San Fior di Sotto – Pianzano – Bibano – Zoppè) dal Patriarcato di Aquileia. Non a caso il suo santo protettore è effigiato con San Fiorenzo, patrono di San Fior, in un pannello laterale a destra del polittico che Cima da Conegliano eseguì per San Fior nei primi anni del XVI secolo.
San Vendemmiano nel 1180 passa al Patriarcato di Grado e nel 1451 a quello di Venezia; rimane alle dipendenze di quest'ultimo Patriarcato come un'isola staccata e lontana fino al 1° maggio 1818, quando il Papa Pio VII emana suistanza dell'Imperatore d'Austria Francesco I la Bolla “De Salute Dominaci Gregis” in virtù della quale, fra l'altro, viene aggregata come tutta la forania del Campardo alla Diocesi di Ceneda, oggi Diocesi di Vittorio Veneto.
Diventa probabilmente parrocchia nel 1487. La chiesa antica, sul luogo di quella attuale, era allora una modesta costruzione con annesso cimitero.
Abbiamo anche una descrizione del primo Seicento nella quale viene menzionato l'altare maggiore e specificata la dedica a San Vendemiano con il santo “dipinto in grande”. Dopo questo, si descrivono i confessionali ai lati e poi gli altari fuori della cappella maggiore, in ciascuno dei cantoni, dove quello della Madonna è nella parete destra, mentre in quello a sinistra si trova il battistero copiato da altre chiese.
Il campanile ha due campane e intorno un cimitero con un recinto che lo assicura dagli animali “ricordando essere stato trovato più volte un cavallo in chiesa a bere l'acqua santa e sino ad entrare nel coro. Così pure aver trovato animali porcini a voler scavare li cadaveri di fresco sepolti”.
Della chiesa antica è rimasta oggi la grande ancona di pietra e marmi (500) in fondo all'abside del presbiterio. Lo stile della chiesa attuale è neoclassico con ordine corinzio.
La chiesa attuale viene eretta tra il 1788 e il 1793 in sostituzione della vecchia demolita, la consacrazione risale al successivo 10 ottobre del 1824 ad opera del vescovo Jacopo Monico. Successivamente viene più volte modificata e restaurata.
Come documentato dall'archivio della parrocchia, vengono elencati nel 1818 tre altari, dei quali il maggiore è dedicato a San Vendemiano, il secondo al Santissimo Rosario e il terzo a sant'Antonio.
Da non tralasciare è il mobile di ottima fattura della sacrestia con l'iscrizione D. (Deo) O. (Optimo) M. (et Maximo), deiparae Virgae Vindemiano patrono patrono, Andreas Cancianus.
Nel 1840 viene rifatto il coro dalle fondamenta e successivamente viene restaurata nel 1912.
Il campanile viene costruito tra il 1752 (1760) e il 1770 come risulta anche da una iscrizione latina, posta sul basamento: “Die X Mensis MDCCLII (X) usque ad diem XVII Mensis Maji MDCCLXX opus hoc erectum concordia et sollecitudine Rectoris et populi”.
La torretta sopra la cella campanaria con merlature viene innalzata nel 1894.
Di recente nel 1971 viene rinnovata ed ampliata. Vengono costruite due cappelle laterali con aperture nel coro, la sacrestia, i confessionali e i pavimenti. Si ripassa anche il tetto, si decora completamente sia l'interno che l'esterno.
Un ulteriore abbellimento avviene in questi ultimi anni con il restauro di tutte le opere d'arte.